Svizzera
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In questa pagina è presentata una rassegna stampa dei principali articoli apparsi sui quotidiani "Libera Stampa" e "Gazzetta ticinese" in merito all'invasione italiana dell'Etiopia, alle sanzioni emanate dalla Società delle Nazioni e alla posizione svizzera al riguardo. Sono inoltre resi pubblici alcuni contributi di storici che riflettono a posteriori sulla politica elvetica durante gli anni della guerra italo-etiopica.
Dal punto di vista didattico le seguenti risorse possono essere utilizzate nella loro totalità dagli insegnanti per realizzare uno stimolante laboratorio didattico, oppure selezionate per svolgere un percorso di confronto tra le fonti primarie e i documenti storiografici.
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Il dossier è stato elaborato in larga misura grazie ai documenti conservati negli archivi della Fondazione Pellegrini Canevascini.
Le fonti sono state messe a disposizione dal gruppo di lavoro della Fondazione; si ringraziano particolarmente Francesca Mariani, Pasquale Genasci e Gabriele Rossi per la collaborazione.
I documenti sono a disposizione sul sito della Fpc (https://fpct.ch) e dell’Atis.
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Le seguenti risorse didattiche vogliono presentare una raccolta di diverse fonti atte a comprendere il ruolo della propaganda fascista in Svizzera e le relazioni tra la Confederazione e l'Italia durante il periodo tra le due guerre.
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Il fotoreporter Ely Riva per trent'anni ha girato il territorio della Svizzera Italiana visitando e fotografando praticamente ogni chiesa di paese e tutte le cappelle più sperdute. Soffermandosi sugli affreschi, contemplandoli per ore e leggendo testi storici di riferimento, ha scoperto un centinaio e più di particolarità storiche, estetiche o religiose. Ne sono usciti 33 piccoli gioielli visivi: filmati di pochi minuti ma di grande impatto visivo e simbolico. Con il consenso degli autori, Ely Riva e Daniel Bilenko, l'Atis è lieta di mettere a disposizione degli insegnanti di storia questo materiale che si presta ad essere utilizzato facilmente nelle classi.
Su richiesta dell’atis, la RSI - la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana - ripropone in versione digitale lo sceneggiato "Stefano Franscini – L’autobiografia smarrita", che fu messo in onda nel 1987, in occasione dell’ottantesimo anniversario della morte dello studioso e statista ticinese nato a Bodio il 23 ottobre 1796, morto a Berna il 19 luglio del 1857. La sceneggiatura porta la firma di Enzo Pelli e dello storico Danilo Baratti, la regia è di Bruno Soldini.
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Un nuovo sito, molto ben organizzato e ricco di fonti iconografiche utili alla didattica della storia e della storia dell'arte, presenta l'emigrazione ticinese in Europa tra il Medioevo e l'Età contemporea. Protagonisti sono architetti, scultori, stuccatori e pittori originari del territorio attuale del Cantone Ticino, presentati ad uno ad uno, grazie a un pregievole sforzo di illustrare la loro biografia e i lavori che hanno compiuto.
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Tra i provvedimenti di carattere sociale che ebbero un impatto propagandistico importante vi fu la campagna antitubercolare promossa dal Governo fascista. Il componimento di Lidia Bernardazzi conferma come anche i provvedimenti sanitari dello Stato fossero oggetto di un’ampia pubblicità - veicolata anche dalla scuola - e coinvolgessero direttamente le masse in azioni concrete di sostegno e di partecipazione personale diretta da parte dei cittadini.
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Con questo componimento siamo ormai entrati nel periodo in cui anche per gli italiani è iniziato il conflitto. Nel suo famoso discorso del 10 giugno 1940, Mussolini annunciò dal balcone di Palazzo Venezia l’entrata in guerra dell’Italia contro Gran Bretagna e Francia, definite «democrazie plutocratiche e reazionarie dell’Occidente, che, in ogni tempo, hanno ostacolato la marcia, e spesso insidiato l’esistenza medesima del popolo italiano.» Il duce si riferiva naturalmente alle sanzioni imposte all’Italia nel 1935 dalla Società delle Nazioni in seguito all’invasione dell’Etiopia.
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Con lo scoppio della Guerra Civile spagnola, Mussolini e Hitler, uniti nel sostegno a Franco, operarono un avvicinamento che sfociò, nell’ottobre del 1936, nell’accordo chiamato «Asse Roma-Berlino», che prevedeva, tra gli altri punti, l’impegno comune a lottare contro il bolscevismo e il riconoscimento tedesco dell’Impero d’Etiopia.
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I Ludi Juveniles erano un saggio annuale di cultura fascista, arte e sport, al quale partecipavano, nelle province, gli iscritti di tutte le categorie e che aveva il suo epilogo a Roma, in una gara nazionale riservata agli Avanguardisti, ai Giovani fascisti, alle Giovani italiane e alle Giovani fasciste. Analogamente alle esercitazioni ginniche, in quell'occasione agli alunni di tutte le scuole italiane veniva proposto lo svolgimento di un componimento il cui tema proveniva direttamente da Roma.