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La persecuzione della stregoneria è stato un fenomeno storico profondamente ancorato nelle realtà rurali, che nel Ticino dell’epoca moderna (XIV-XVII ss.) è sfociato su centinaia di processi a carico di donne e uomini.
Sul fenomeno, l'atis presenta un dossier composto da diversi elementi, un'esposizione, alcuni spunti di riflessione, delle fonti e del materiale didattico.
La credenza che certi uomini e donne posseggano poteri malefici con cui sono in grado di danneggiare gli altri ha probabilmente una dimensione universale. Secondo un'immagine comune del Medioevo vi è un nesso molto stretto fra i «secoli bui» e il fenomeno della «caccia alle streghe», con tutto il suo seguito di processi mostruosi, di pratica della tortura e di innumerevoli vittime bruciate sui roghi. In realtà questa immagine comune è errata: la stregoneria e la caccia alle streghe sono un fenomeno tipicamente moderno che risponde alle esigenze e alla mentalità di una società intera.
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Ad un anno dalle rivoluzioni che hanno sconvolto il mondo arabo, l'opera della Emiliani "Medio oriente. Una storia dal 1918 al 1991", seguito da un secondo volume che lo completa sui più recenti avvenimenti, è uno strumento indispensabile per la comprensione della storia in tutta l'area mediorientale dall'inizio del processo di colonizzazione alla fine della guerra fredda.
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Come spiega l'autrice nelle prime righe del componimento, il 4 novembre di ogni anno veniva commemorata in Italia la fine della Grande Guerra. Il regime di Mussolini ricordava con solennità quella ricorrenza, che costituiva l'occasione per celebrare, con la vittoria nella Prima Guerra mondiale, anche la potenza militare dell'Italia fascista.
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Anche in questo componimento Lidia Bernardazzi fa riferimento all'organismo giovanile nel quale era inquadrata : le « Piccole italiane » (si veda l'introduzione al componimento precedente). A conferma di quanto fosse efficace l'opera di indottrinamento dei giovani, valga la citazione della formula che compare nel testo : « credere, obbedire, combattere », coniata da Mussolini nel 1937 come motto della GIL (Gioventù Italiana del Littorio).
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Il tema assegnato a Lidia dalla sua insegnante - una religiosa - rimanda in un certo senso all’accordo tra l’Italia e il Vaticano, che mise fine alla questione romana, risalente all’epoca risorgimentale. Come ricorda Candeloro, "il fascismo della prima ora tenne per circa due anni un atteggiamento fieramente anticlericale, condiviso dallo stesso Mussolini" (1). Dopo il suo avvento al potere, egli cercò tuttavia di operare un avvicinamento al Vaticano, sfociato appunto nei Patti lateranensi del 1929. Questa operazione politico-diplomatica ebbe l’indubbio effetto di avvicinare le masse cattoliche al fascismo.
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Tra i provvedimenti di carattere sociale che ebbero un impatto propagandistico importante vi fu la campagna antitubercolare promossa dal Governo fascista. Il componimento di Lidia Bernardazzi conferma come anche i provvedimenti sanitari dello Stato fossero oggetto di un’ampia pubblicità - veicolata anche dalla scuola - e coinvolgessero direttamente le masse in azioni concrete di sostegno e di partecipazione personale diretta da parte dei cittadini.
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Con questo componimento siamo ormai entrati nel periodo in cui anche per gli italiani è iniziato il conflitto. Nel suo famoso discorso del 10 giugno 1940, Mussolini annunciò dal balcone di Palazzo Venezia l’entrata in guerra dell’Italia contro Gran Bretagna e Francia, definite «democrazie plutocratiche e reazionarie dell’Occidente, che, in ogni tempo, hanno ostacolato la marcia, e spesso insidiato l’esistenza medesima del popolo italiano.» Il duce si riferiva naturalmente alle sanzioni imposte all’Italia nel 1935 dalla Società delle Nazioni in seguito all’invasione dell’Etiopia.
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Con lo scoppio della Guerra Civile spagnola, Mussolini e Hitler, uniti nel sostegno a Franco, operarono un avvicinamento che sfociò, nell’ottobre del 1936, nell’accordo chiamato «Asse Roma-Berlino», che prevedeva, tra gli altri punti, l’impegno comune a lottare contro il bolscevismo e il riconoscimento tedesco dell’Impero d’Etiopia.
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I Ludi Juveniles erano un saggio annuale di cultura fascista, arte e sport, al quale partecipavano, nelle province, gli iscritti di tutte le categorie e che aveva il suo epilogo a Roma, in una gara nazionale riservata agli Avanguardisti, ai Giovani fascisti, alle Giovani italiane e alle Giovani fasciste. Analogamente alle esercitazioni ginniche, in quell'occasione agli alunni di tutte le scuole italiane veniva proposto lo svolgimento di un componimento il cui tema proveniva direttamente da Roma.